ARMANDO VISCONTI

Attaccante
Nato a Napoli il 26 ottobre 1989
Esordio in A: -

2002-03 DOM. LUONGO Dil. 0 0 0 0
2003-04 CHIEVO A 0 0 0 0
2004-05 POMIGL. D’ARCO D 0 0
2005-06 ROMA A 0 0 0 0
2006-07 ROMA A 0 0 0 0
Ott.2007 AVELLINO B 0 0 0 0
2008-09 AVELLINO B 9 1
89 2009-10 BARI A 0 0 0 0

(legenda)

La richiesta suonerebbe strana, per chi segue il settore giovanile, dove i genitori accolgono con entusiasmo qualunque riga dedicata al figlio, specialmente dopo una prestazione positiva. Ma il signor Ciro Visconti, jeans e maglione arancione, accento campano e modi gentili, è uomo di calcio e conosce bene l’ambiente ed i pericoli che corre un giovane che vuole fare questo mestiere. E quando, dopo il gol che ha regalato il derby alla Roma, capisce che per la stampa il suo Armando è diventato l’uomo copertina, ci fa capire che magari, se proprio l’intervista è necessaria, sarebbe meglio non farla troppo lunga, non dargli troppo risalto. «Sa, i ragazzi a quest’età, se vedono il nome sui giornali, poi magari si fanno delle strane idee… capita a tutti, magari è meglio non parlare troppo di loro».

La richiesta viene reiterata all’uscita dagli spogliatoi, prima di andare via, dopo averci raccontato le tappe dell’ancor giovane carriera del figlio, che al momento del gol è corso a salutarlo sotto la tribuna. E della sua, di cui parla con distacco, senza dilungarsi più di tanto. «Ai miei tempi avevo giocato anch’io. Niente di particolare, avevo fatto la C2, con Ischia e Savoia. Armando ha cominciato con la scuola calcio della Domenico Luongo, poi lo aveva preso il Chievo. Ci è rimasto una sola stagione, era troppo giovane per andare così lontano, così è tornato a casa, andando a giocare al Pomigliano d’Arco. Anche qui un solo anno, in cui ha giocato in tre categorie: era partito con i mini allievi, poi è stato promosso negli allievi regionali, infine con la Juniores. A gennaio è venuto a Trigoria per un provino e dopo venti minuti, Bruno Conti aveva già deciso di prenderlo. C’erano altre squadre che lo seguivano, anche di serie A, ma da quel momento non lo abbiamo più fatto vedere a nessuno». Il lupetto d’oro al collo, per testimoniare un’inusuale scelta di campo fatta da bambino, non è certo l’unico motivo. «A Trigoria troverà un ambiente sano, dove potrà crescere con serenità, sia come calciatore che come uomo. E quando voglio, prendo l’A1, un’ora di macchina e posso venire a trovarlo».
(Francesco Oddi - 7 ottobre ’05)

La carriera in nazionale (figc.it)